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Trattamento dei morsi

Trattamento dei morsi

La frequenza dei morsi di Heloderma potrebbe essere in aumento dato che, con il perfezionamento delle tecniche di allevamento nei terrari, cresce il numero di persone che detengono tali animali come privati appassionati (cap.8). La natura docile degli Heloderma tenuti in cattività inganna il loro allevatore portandolo ad errori di valutazione e a disattenzioni. La grande maggioranza dei morsi di Heloderma interessa le dita o le mani.

Una buona parte di questi morsi sono di poco conto e non vengono pertanto riportati (Miller 1995). Benché un morso di Heloderma difficilmente sia letale per un soggetto adulto sano, va comunque trattato come un caso d'emergenza medica. E' purtroppo diffusa l'errata convinzione che soltanto i denti della mascella inferiore (e in misura minore i mascellari della mascella superiore) possano inoculare una quantità di veleno sufficiente a provocare gravi conseguenze. Non è così: sintomi significativi possono comparire in seguito a un morso apparentemente meno grave persino dai denti anteriori.

In caso di morso di Heloderma si consiglia di adottare le seguenti misure di Primo Soccorso:
  1. Allontanare l'animale il più rapidamente possibile.

    Più a lungo morde, più veleno è in grado di depositare nella ferita e più è probabile che ne conseguano gravi sintomi. In caso di morsi lievi che interessano soltanto una piega della pelle, si può semplicemente afferrare l'animale dietro le mascelle e allontanarlo con cautela. Nel caso in cui le mascelle serrino saldamente una determinata area del corpo, può essere necessario versare acqua sull'animale o allargargli la bocca con una pinza o simili.
    Un oggetto sottile e piatto, collocato tra la mascella inferiore e la carne e ruotato di 90 gradi può servire a rilasciare le mascelle. Quando gli Heloderma vengono allontanati con forza dal punto del morso, come risulta spesso necessario, i denti vengono estratti provocando una lacerazione (fig. 13). Sconsiglio di allontanare l'animale con una fiamma sul collo o utilizzando pericolosi solventi come benzina (come veniva raccomandato un tempo). Queste misure non fanno altro che aumentare la possibilità di ulteriori lesioni e di dolori più acuti.

  2. Rimuovere immediatamente tutti gli anelli, i braccialetti o altri gioielli (compresi piercing). Questi oggetti possono creare complicazioni nel caso in cui si dovesse formare un edema (gonfiore).

  3. La parte del corpo morsa deve essere immobilizzata; si può ad esempio applicare un bendaggio in tessuto leggero ed esercitare una lieve pressione per controllare l'emorragia.

  4. La persona morsa deve essere condotta in ospedale per le dovute cure e rassicurata sul fatto che non è in pericolo di vita.

  5. NON UTILIZZARE MAI:
    Disinibitori di veleno elettrici, calore o ghiaccio sulla ferita. Non utilizzare lacci emostatici né alcun tipo di bendaggio costrittivo. Non aspirare il veleno né eseguire incisioni nel punto del morso.


    Una volta giunta in ospedale, la vittima deve essere immediatamente sottoposta a un controllo delle funzioni vitali. Il pericolo maggiore è un choc (crisi ipotensiva) causato da un rapido abbassamento della pressione sanguigna. In tal caso si utilizzano soluzioni elettrolitiche e farmaci antichoc. Il dolore raggiunge il suo picco entro 1-2 ore ma può protrarsi anche per giorni (Caravati e Hartsell 1004). Può risultare arduo alleviarlo; i farmaci più efficaci sono antidolorifici e morfina (Strimple et al. 1997). L'edema raggiunge il suo picco entro 2-4 ore e scompare senza particolari misure entro 72 ore. Essendo il gonfiore per lo più sottocutaneo, non sono noti casi di sindrome da compartimento o di problemi neurologici.

    A seconda della gravità del morso, occorre eseguire un prelievo del sangue in laboratorio per valutare l'evenienza di squilibri di elettroliti, leucocitosi e coagulopatia, di cui è si innanzi riferito (vedi tabelle 7 e 8). Occorre altresì eseguire un elettrocardiogramma per appurare eventuali anomalie cardiache; sono stati osservati casi di disturbi di conduzione miocardica (Roller 1977) e di infarto miocardico (Bou-Abboud e Kardassakis 1988). Antistaminici e corticostereoidi non sono di solito necessari poiché le reazioni allergiche sono rare, anche se è stato riportato un caso di anafilassi (Piacentine et al. 1986). La ferita va esaminata con attenzione onde accertare l'eventuale presenza di denti rotti e per pulirla con antisettici. Una semplice radiografia non è sufficiente per rilevare denti spezzati (Caravati e Harstell 1994). Di prassi vengono somministrati antibiotici, anche se necrosi e infezioni sono molto rare.

    Se necessario, ripetere la vaccinazione antitetanica. La maggior parte delle vittime di avvelenamento da Heloderma vengono dimesse dall'ospedale entro 24 ore e guariscono completamente entro 2 settimane. Casi più gravi possono richiedere l'ospedalizzazione per 48 ore (ad es. Heitschel 1986).


    Copyright da University di pressa della California

heloderma.net